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Colloquio in inglese: come prepararsi al meglio

consigli per superare un colloquio in inglese

È ormai noto e largamente risaputo che essere in grado di parlare una seconda lingua può avere dei benefici non indifferenti quando si è alla ricerca di un lavoro. Può capitare che un’azienda decida di non voler sostenere il colloquio in italiano, per testare la conoscenza della lingua straniera che nel curriculum abbiamo affermato di avere. In generale, si può dire che molte imprese prediligono l’inglese come lingua aggiuntiva, a meno che la ditta non favorisce un determinato tipo di mercato e clientela.

L’inglese è indispensabile da sapere per poter comunicare con chiunque e per poter accedere in modo più ampio e completo a ogni tipo di informazione disponibile sul web. Di conseguenza, non c’è da stupirsi che durante il processo di selezione i recruiter vogliono avere la possibilità di scegliere un candidato che possiede anche questa skill.

Se, invece, il nostro obiettivo è quello di dirigerci all’estero per cercare lavoro, sapere come poter svolgere una job interview in inglese e come prepararsi per avere successo è molto importante. Continuando a leggere sarà possibile trovare tutte le informazioni necessarie per riuscire nell’impresa.

Come si sviluppa una job interview

Frasi utili per il colloquio in inglese

Tra i principali colloqui che è possibile sostenere in Italia troviamo quello conoscitivo, motivazionale e di gruppo. Se il datore di lavoro decide di condurre l’intervista in lingua inglese, di solito, le domande che verranno poste saranno semplicemente tradotte dall’italiano.

Una sostanziale differenza, invece, si presenta quando vogliamo trovare lavoro all’estero, e la job interview si svolge in terra straniera; in questo caso la struttura e gli interrogativi che vengono posti rifletteranno la cultura del luogo.

Ricordiamo sempre che, nel momento in cui ci si appresta ad allontanarsi da casa, è necessario possedere un valido resume per la ricerca di un impiego, in questo caso un cv in inglese.

In generale, un’intervista fuori sede fatta in inglese si presenta nel seguente modo:

  • Partecipanti. L’interview viene condotta da un numero di selezionatori che varia da due a cinque, dipendentemente dal tipo di posizione che si deve discutere. I datori di lavoro desiderano essere presenti durante il processo di selezione e, di solito, vanno ad affiancare il recruiter.
  • Introduzione. L’incontro si apre con una breve presentazione della compagnia che si conclude spiegando che tipo di candidato si vorrebbe prendere a bordo.
  • Domande. Il cuore del colloquio che determina l’assunzione dell’aspirante.
  • Parte finale. In base a come è andato l’incontro, di solito, l’esaminatore dedicherà un pò di tempo al candidato per permettergli di fare qualche domanda. Di solito, le informazioni che si desiderano ottenere sono: sapere quali sono gli step successivi nel processo di selezione, e quando l’azienda sarà pronta per fornire una risposta.

Se sono passati troppi giorni dal colloquio e ancora non abbiamo ricevuto notizie, è ritenuta una buona regola chiamare la compagnia e chiedere un update.

Le domande più frequenti

domande e risposte colloquio in inglese

Per un recruiter, lo scopo di una job interview è sempre lo stesso: assumere la persona ideale per ricoprire il posto vacante della compagnia. Durante gli incontri con i vari aspiranti verranno poste una serie di domande che mirano a conoscere meglio coloro che hanno espresso interesse nella posizione. Le interview sono differenti tra loro, perché condotte in modo unico e peculiare.

Nonostante tutto, vi sono sempre dei tratti caratteristici che le accomunano, come, ad esempio, gli interrogativi che ricorrono con maggiore frequenza. Tra i molti, riportiamo i 5 più comuni:

Perché vuoi questo lavoro?

Senza tergiversare troppo, i recruiter vogliono sapere perché abbiamo deciso di candidarci per quella posizione e non per una qualsiasi altra. Loro sanno perfettamente di avere il coltello dalla parte del manico e si aspettano una risposta decisa, convincente e ricca di entusiasmo. Infatti, ciò che non deve mai essere messo in dubbio è la profonda passione che l’aspirante nutre per la sua professione e l’ardente desiderio di iniziare a lavorare per l’azienda.

Come rispondere: per formulare un discorso ben articolato e che soddisfi le aspettative dell’esaminatore, come prima cosa, bisogna raccogliere qualche informazione sulla compagnia.

Una buona idea sarebbe quella di identificare un paio di fattori chiave che dimostrano come e perché noi siamo il match perfetto per la posizione. Dopo ciò, dovremmo condividere con l’esaminatore i nostri pensieri sull’azienda, i quali, ovviamente, sono tutti positivi e carichi di ammirazione.

Con quali altre compagnie ti sei candidato?

Tra le domande più difficili che possono essere poste durante un colloquio questa, senza ombra di dubbio, è quella che si teme maggiormente. Il problema qui è l’insicurezza che tale quesito trasmette: realisticamente, quante informazioni si dovrebbero condividere con il recruiter?

Inoltre, non appare chiaro perché ci viene rivolto un interrogativo del genere. Le motivazioni possono essere tante, l’importante è essere sinceri ma, al contempo, riservarsi il diritto di dire solo ciò che riteniamo opportuno in quel determinato contesto.

Come rispondere: per non mettere il selezionatore in una ulteriore posizione di potere, non dovremmo dire che quella che stiamo conducendo è l’unica job interview che abbiamo in programma. Il modo migliore per destreggiarsi in una situazione spinosa come questa è quello di affermare di avere altri colloqui fissati perché stiamo esplorando attivamente quel determinato campo lavorativo.

In sintesi, dovremmo cercare di apparire come dei candidati impegnati nella ricerca della giusta posizione, ma particolarmente interessati in quella che stiamo discutendo.

Come reagisci di fronte agli insuccessi?

La carriera lavorativa di un individuo è fatta di alti e bassi, ma sapere come un collaboratore reagisce agli insuccessi è di cruciale importanza. In realtà, con questa domanda si vuole scoprire se, come candidati, possediamo tutte le qualità necessarie che sono determinanti per avere successo nel ruolo che vogliamo andare a ricoprire.

Nessuno si aspetta la totale perfezione sul posto di lavoro, quello che viene ammirato maggiormente è la nostra attitudine di fronte ai fallimenti e la nostra capacità di recuperare.

Come rispondere: il miglior modo per fornire una risposta soddisfacente è riportare un esempio concreto. Si potrebbe individuare una situazione, possibilmente non troppo recente, per descrivere come e perché si è verificato il fallimento, come abbiamo reagito e come abbiamo superato il difficile momento.

Nell’esporre l’intero processo, i concetti principali che dovrebbero risaltare sono: la strategia che abbiamo adottato per migliorare e non ripetere più lo stesso errore in futuro, e i passaggi che si sono susseguiti per trasformare l’insuccesso in un grande trionfo.

Cosa puoi offrire alla compagnia che altri candidati non possono?

Ebbene sì, questo è un altro di quei quesiti a trabocchetto che mira a scoprire che tipo di persone siamo. Il recruiter vuole determinare che visione abbiamo di noi stessi, cosa pensiamo dei nostri colleghi e superiori e se adottiamo un approccio critico in generale.

Dunque, un buon consiglio da seguire è quello di evitare di commentare negativamente gli  altri candidati o la compagnia. Invece, cerchiamo di focalizzarci su cosa noi siamo in grado di fare.

Come rispondere: innanzitutto si dovrebbe iniziare affermando che noi non sappiamo chi gli altri aspiranti siano e che non siamo a conoscenza delle loro skill e delle loro qualità. Tuttavia, dato il nostro unico background e le particolari esperienze che lo caratterizzano siamo sicuri di essere degli ottimi candidati da dover prendere in considerazione.

Possiamo poi continuare con la descrizione dei nostri punti di forza e delle qualità personali che possono essere usati per ricoprire la posizione con successo. Sono sempre molti apprezzati gli esempi di passate situazioni lavorative che mettono in luce la nostra professionalità e le nostre specifiche competenze.

Che tipo di salario ti aspetti?

Una delle prime regole da seguire quando si sostiene un colloquio di lavoro è quella di non parlare di soldi. Ma se ciò viene chiesto direttamente dall’esaminatore, come bisogna rispondere?

Molti consigliano di non dire un numero, poiché rischierebbe di essere un azzardo troppo avventato. Altri, invece, sono dei sostenitori della trasparenza e incoraggiano la formulazione di una cifra, soprattutto se esplicitamente richiesta. Dunque, qual è la strada giusta da seguire?

Come rispondere: innanzitutto bisogna considerare la natura della posizione e quanta esperienza abbiamo nel campo. È chiaro che se siamo freschi di università abbiamo poche speranze di negoziare un salario, e averne uno in mente potrebbe rischiare di sembrare troppo presuntuoso.

Se, al contrario, siamo dei professionisti con molti anni di lavoro alle spalle, è naturale e comprensibile voler avere la possibilità di discutere il profilo remunerativo. Dire un numero crea sempre un pò di imbarazzo, quello che si potrebbe fare, invece, è prendere come esempio lo stipendio che ci veniva offerto nella vecchia compagnia e utilizzare questa cifra come punto di partenza.

Scopri altre domande in un colloquio di lavoro in inglese.

Job interview in inglese: le principali tipologie

presentazione in inglese per colloquio

All’estero è molto comune proporre differenti tipi di colloquio di lavoro in base alla posizione che deve essere discussa. Di conseguenza, una buona idea sarebbe quella di chiedere al nostro recruiter quale tipologia di intervista vi state apprestando a condurre. Le sei più comunemente proposte ai candidati sono:

Colloquio tradizionale

L’incontro tradizionale è quello che avviene tra un rappresentante dell’azienda e un candidato. Di solito, il nostro intervistatore è quella persona che, con molta probabilità, sarà il manager della posizione per la quale abbiamo espresso interesse. Dunque, questo colloquio serve per instaurare un primo contatto tra la compagnia e l’intervistato, e per dare la possibilità al selezionatore di capire se colui che ha di fronte è l’aspirante adatto a ricoprire quel ruolo.

Le domande che vengono chieste riguardano principalmente il nostro curriculum e cosa possiamo offrire alla compagnia. Gli altri interrogativi che seguono saranno tutti mirati a determinare se le nostre qualità e skill sono il giusto match per la ditta.

Panel interview

Questo colloquio prevede che l’intervista viene condotta da un comitato di persone. Il gruppo di intervistatori è composto da differenti rappresentanti della compagnia. Alcuni provengono dal reparto delle risorse umane, alcuni fanno parte del managerial team, altri possono essere degli impiegati e futuri colleghi. Le aziende che optano per una panel interview lo fanno principalmente per raccogliere differenti opinioni su un singolo candidato.

Questo è anche un metodo per risparmiare tempo durante il processo di selezione.

Colloquio comportamentale

Questa tipologia di colloquio si contrappone al classico incontro conoscitivo. Infatti, qui le domande non sono mirate a discutere le informazioni raccolte nel curriculum, bensì a valutare se il candidato ha gli strumenti adatti a gestire il ruolo che gli viene offerto.

L’aspirante verrà presentato con una serie di situazioni tipiche del nuovo incarico e dovrà dimostrare di saperle gestire nel miglior modo possibile. Di solito, le domande relative a questo tipo di intervista riguardano il nostro vecchio lavoro e come eravamo soliti comportarci in situazioni difficili.

Intervista di gruppo

Se una compagnia è particolarmente impegnata, o ha ricevuto un numero consistente di richieste, una delle migliori opzione che ha a disposizione per selezionare i candidati è quella di condurre un’intervista di gruppo.

In molti casi, si inizia con una breve presentazione della compagnia e si procede nel porre delle domande a ogni singolo aspirante presente. L’esaminatore presterà molta attenzione a come interagiamo con gli altri candidati e saranno scrutinate anche le nostre doti da leader.

Intervista telefonica

Il recruiter potrebbe sentire l’esigenza di contattarci prima telefonicamente per due motivi: se siamo troppo distanti per essere presenti il giorno che il processo di selezione ha inizio, oppure per una pre interview, prima di essere invitati ad un incontro face to face. La maggior parte delle volte, una phone interview viene programmata in modo da dare la possibilità al candidato di prepararsi e scegliere una location tranquilla dove poter parlare.

In caso contrario, è assolutamente normale chiedere se possiamo essere richiamati in un momento per noi più opportuno.

Questa tipologia di selezione sta prendendo piede anche sul territorio italiano, vale la pena consultare la pagina colloquio telefonico per avere maggiori informazioni a riguardo.

Lunch interview

Di solito, le lunch interview vengono condotte come secondo colloquio. La compagnia inviterà il candidato a pranzo dove saranno presenti anche altri membri del team per fare una chiacchierata più profonda e conoscere meglio il nuovo acquisto della compagnia. Questa è un’ottima occasione per discutere tutti i punti lasciati in sospeso o non trattati durante il primo incontro e, naturalmente, per fare ancora una volta una bella impressione.

Ricordiamo sempre che, anche se siamo stati invitati a pranzo fuori, questa non è un’uscita informale con gli amici, dunque bisogna comportarsi di conseguenza.

Come comportarsi durante un colloquio? I migliori consigli

colloquio telefonico in inglese

Presentarsi a una job interview è un pó come sostenere un esame. Bisogna prepararsi molto bene perché non ci verrà offerta una seconda possibilità. Dunque, come potersi preparare al meglio per superare con successo questa grande prova?

  • Vestirsi adeguatamente: indossare qualcosa di formale è sempre la scelta giusta per fare una prima bella impressione. Decidere se abbassare i toni oppure optare per un qualcosa di ancora più elegante dipende dal dress code della compagnia.
  • Ascoltare: durante il colloquio ci viene offerta la possibilità di raccogliere molte informazioni che riguardano la compagnia. Cerchiamo sempre di ascoltare il nostro interlocutore con molta attenzione e di accordare il nostro tono di voce e la velocità del linguaggio con il suo.
  • Non parlare troppo: l’ansia e l’insicurezza possono giocare dei brutti scherzi e innescare un meccanismo di autodifesa che utilizza il linguaggio verbale per allentare la tensione. Il rischio qui è quello di offrire al nostro interlocutore troppe informazioni di cui non ha bisogno.
  • Mantenere il giusto distacco: con molta probabilità, il recruiter farà di tutto per metterci a nostro agio, ma ciò non significa che noi possiamo approfittare della rilassata atmosfera che si è venuta a instaurare per comportarci in modo troppo confidenziale. Questo è un incontro di lavoro, e bisogna regolarsi di conseguenza.
  • Usare un linguaggio appropriato: oltre a doverci esprimere in modo professionale, utilizzando una terminologia che rispecchia la posizione e il campo che ci interessa, le nostre parole non dovrebbero contenere neanche slang, e offese di alcun genere.
  • Rispondere in modo soddisfacente: potrebbe capitare di dover rispondere a delle domande inaspettate, scomode o noiose. Qualunque sia il tipo di informazione che l’esaminatore vuole estrapolare dobbiamo fare del nostro meglio per soddisfarlo. Dunque, ascoltare bene e rispondere in modo completo ed esaustivo.
  • Fare delle domande: ci sarà sempre un momento, di solito verso la fine del colloquio, dove ci verrà chiesto se abbiamo delle domande da fare. Anche se non lo desideriamo, o se onestamente non ne abbiamo, si consiglia di porre sempre almeno un paio di quesiti per mostrare il nostro reale coinvolgimento.

Colloquio in inglese: esempio

Molte persono non sono a loro agio nel parlare una lingua straniera. Altre, invece, si sentono un pó intimorite dal dover condurre un’intervista di lavoro fuori dall’italia.

Di seguito riportiamo un esempio di come, normalmente, viene svolto un colloquio in inglese, con le domande tipiche che lo caratterizzano.