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Parlami di te: la domanda che apre il colloquio di lavoro

colloquio di lavoro parlami di te

Tra i tanti interrogativi che un recruiter può rivolgere a un candidato durante una job interview, il classico “mi parli di lei” non può mancare mai.

Questa domanda incute un pò di timore perché sembra talmente tanto generale da non lasciar spazio a tutte le informazioni che si desiderano condividere.

Oltre a essere un ottimo modo per rompere il ghiacchio, tale quesito funge anche da transazione tra il primo incontro che viene sigillato da una stretta di mano e l’ufficiale inizio del colloquio.

È cruciale spendere del tempo per preparare al meglio una risposta perché in base a quello che diremo il recruiter inizierà a farsi una prima impressione di noi.

In che momento della job interview il recruiter ci invita a parlare di noi?

Possiamo affermare che, in generale, un colloquio di lavoro viene scandito dalle seguenti fasi standard:

  • Introduzione: dove esaminatore e candidato si presentano e si scambiano le prime formalità.
  • Domande generali: dove si lascia la possibilità al professionista di rompere il ghiaccio rispondendo a quesiti di natura personale.
  • Cuore del colloquio: caratterizzato da domande specifiche che riguardano la posizione sponsorizzata.
  • Quesiti di chiusura: che riguardano, generalmente, i progetti futuri dell’aspirante.
  • Domande per il recruiter: dove viene data la possibilità al candidato di interrogare il proprio interlocutore sul posto di lavoro in questione.

L’invito “parlami di te” viene rivolto durante la fase delle domande generali, dove l’hiring manager offre la possibilità all’intervistato di presentarsi nel migliore dei modi, per poter dare un’ottima impressione di se.

Cosa si cela dietro il “mi parli di lei”

Questa domanda potrebbe sembrare troppo ampia per essere risposta in soli una manciata di minuti. Inoltre, molti si chiedono, da dove poter iniziare? Quanto personale deve essere il nostro racconto?

In realtà, quando il recruiter invita il candidato a parlare si se, quello che vuole sapere veramente è molto preciso. Quello che si desidera sentire è come le passate esperienze lavorative che sono state fatte hanno preparato il professionista per il ruolo che adesso vuole ottenere.

Dunque, si sconsiglia vivamente di condividere racconti troppo personali e non pertinenti con la posizione sponsorizzata.

Come formulare una risposta perfetta

La risposta alla domanda “parlami di te” deve essere quella tra le più studiate, preparate e praticate. Questo perché il modo in cui andremo a presentarci stabilirà un tono sul quale verserà tutto il colloquio.

Per dare un’impressione di noi seria e professionale, la nostra presentazione deve includere:

  • Esperienze passate che provano una relazione con la posizione desiderata: iniziare sempre tenendo a mente il posto per il quale ci si sta candidando, identificando le principali skills desiderate. Continuando, poi, creando una connessione con le proprie esperienze passate.
  • Esempi che mettono in risalto i nostri aspetti positivi e le nostre abilità: il miglior modo per dimostrare quanto valiamo è tramite esempi concreti. Si consiglia di investire un pò di tempo nell’individuare i migliori aneddoti che sottolineano le nostre caratteristiche principali.
  • Aggettivi che mettono in evidenza una bella personalità: è una buona idea includere nella risposta anche tratti della nostra vita personale, ma attenti, non della nostra sfera privata. Infatti, brevemente si potrebbero menzionare hobby che dimostrano il nostro impegno intellettuale.

I migliori consigli da tenere a mente

Nel formulare una risposta pertinente e interessante non bisogna mai perdere di vista il vero obiettivo del colloquio di lavoro: dimostrare perché noi siamo i migliori candidati per la posizione. Nel fare ciò, consigliamo anche di prendere in considerazione i seguenti punti:

  • Evitare di riassumere il curriculum parola per parola: il selezionatore avrà sicuramente il nostro resume davanti ai suoi occhi, cerchiamo di non perdere tempo in inutili ripetizioni, ma concentriamoci nel dare extra informazioni sulla nostra vita professionale.
  • Menzionare esperienze passate nel quale abbiamo avuto successo: quello che vogliamo è stupire e catturare l’interesse del recruiter con esperienze passate che ci hanno permesso di essere dei leader. Evitiamo di riportare solo un elenco di lavori passati che abbiamo svolto.
  • Mettere in evidenza una forte personalità: senza esagerare, non si deve aver paura di mostrarsi decisi e fieri di quello che si è. Un professionista dal carattere delineato potrebbe presto far sbocciare ottime qualità da leader.
  • Brevemente menzionare il nostro coinvolgimento con la comunità: una persona che trova del tempo per fare un pò di volontariato viene sempre vista con occhi positivi. Dedicarsi agli altri è un atto amorevole che solo gli animi buoni posso compiere.
  • Scrivere la risposta che si vuole dare e praticare ad alta voce: per apparire disinvolti e sicuri di sé si consiglia di preparare al meglio la risposta che si vuole dare. Il miglior modo per raggiungere tale obiettivo è mettere per iscritto quello che si desidera dire.

Esempio di come rispondere alla domanda parlami di te

Come rispondere al “Mi parli di lei” in un colloquio di lavoro

Anche se la risposta di ogni singolo professionista è unica e inimitabile, a volte, avere un esempio da prendere come modello per formulare i propri pensieri può essere di grande aiuto.

Di seguito riportiamo un breve scritto di come un esemplare risposta alla domanda “mi parli di lei” dovrebbe essere:

“Ho iniziato la mia carriera nel settore della ristorazione, diventando presto un restaurant manager. Dopo qualche anno sono stato attratto dal mondo dell’immobiliare e da lì a breve mi sono specializzato per diventare un agente. Una delle mie migliori qualità è sempre stata quella di avere un eccellente customer service, prendendomi cura dei clienti e lavorando per soddisfare i loro bisogni. Grazie alla mia precedente esperienza come leader presto sono riuscito a costruirmi una carriera, espandendo il mio portfolio.

Nel mio ultimo ruolo da sale negotiator uno dei miei compiti principali è stato quello di seguire tutto il processo di vendita dall’inizio alla fine, facendo particolare attenzione ai cavilli legali legati alla transizione dell’immobile. A questo si aggiunge la responsabilità delle performance dell’ufficio legate ai target annui da raggiungere.

Grazie a un grande team effort, sotto la mia guida il nostro brunch è stato in grado di rinforzare le vendite del 20%. Questo è stato possibile anche grazie alla collaborazione di altri professionisti che hanno contribuito con il loro aiuto tramite meeting e consulenze via skype.

Parte del successo raggiunto è derivato dal costante lavoro di ricerca e studio che svolgo anche fuori le mura dell’ufficio, perché ritengo che solo tramite costanti aggiornamenti si può riuscire ogni volta a concepire nuove strategie di mercato.

Quando non lavoro investo molto del mio tempo libero informandomi sulla finanza, perché è un settore strettamente correlato a quello dell’immobiliare e stimola in me un grande interesse”.

Come è possibile notare, questa particolare risposta inizia facendo riferimento a esperienze lavorative passate. Il candidato non si è soffermato troppo nell’elencare i duties legati alla sua professione ma, invece, ha enfatizzato le skills che ha avuto modo di sviluppare.

Inoltre, nel raccontare la sua esperienza ha riportato anche degli esempi che hanno reso il suo racconto più credibile e interessante.

Cose da non includere nella nostra risposta

Le cose da poter dire e le informazioni da dover condividere sono veramente tante. Il problema è quello di formulare un discorso logico, privo di errori e che non duri più di tre minuti circa.

Nel preparare una risposta adeguata, inoltre, consigliamo di non discutere i seguenti punti con il nostro interlocutore:

  • La vita privata: un colloquio di lavoro non è la sede appropriata per parlare della nostra famiglia, dei nostri credi religiosi o delle nostre tendenze politiche. Cerchiamo di mantenere determinati dettagli della nostra vita privati.
  • Problemi avuti nelle posizioni passate: non vogliamo di certo lasciare intendere che siamo individui che potrebbero avere problemi sul posto di lavoro. Con i riferimenti a esperienze passate dovrebbero seguire solo commenti positivi.
  • I nostri difetti: va bene essere sinceri, ma non dobbiamo di certo condividere ogni minimo dettaglio della nostra personalità con il nostro esaminatore. Cerchiamo di focalizzarci, invece, sulle nostre molte qualità.
  • Quello che ci aspettiamo dal nuovo lavoro: mostrarsi entusiasti e coinvolti è il perfetto atteggiamento da avere durante una job interview. Cerchiamo solo di non esagerare e di non farci prendere la mano volendo discutere specifici dettagli prematuramente.
  • Il salario: parlare di soldi non è mai una buona idea, a meno che il recruiter non ci chieda espressamente di discutere questo aspetto. In caso contrario, dunque, meglio lasciare da parte questo dettaglio.

Le 5 domande personali più chieste durante una job interview

Durante la primissima fase di un colloquio di lavoro il recruiter tenderà a chiedere una serie di domande di natura generale che riguardano la nostra sfera personale. Quali sono i primi interrogativi che vengono posti per aiutare ad allentare la tensione durante una job interview?

Quali sono le tue debolezze e i tuoi punti di forza?

Domanda gettonatissima dalla grande maggioranza degli esaminatori, l’interrogativo “quali sono i tuoi punti di forza e i tuoi punti deboli” nasconde un’altra grande prova da superare senza intercorrere in errori superficiali.

Come regola generale, l’ultima cosa che vogliamo fare è servire su un piatto d’argento tutti i nostri lati negativi. Per rispondere correttamente, dunque, si dovrebbe far passare una qualità come un difetto. Per esempio, la cura dei dettagli è una bella caratteristica da avere, ma sul lavoro potrebbe essere difficile da gestire.

Puoi descriverti in pochi aggettivi?

Ottima domanda che non prevede lunghi discorsi o difficili spiegazioni.

In questo caso, basta elencare dai tre ai cinque aggettivi che ci descrivono come persona. Questi potrebbero essere: loyal, passionate, committed, cautious and intuitive.

Lavori meglio da solo o come parte di un team?

Molti recruiter pongono questa domanda con totale sincerità, senza secondi fini, altri, invece, la usano come un tranello.

Per non rischiare di dire la cosa sbagliata, la risposta giusta dovrebbe essere che noi lavoriamo bene sia da soli che come parte di un team. Quello che vogliamo far trasparire è la nostra flessibilità e adattabilità, e che come professionisti lavoriamo bene in qualsiasi situazione.

Come gestisci le situazioni di stress?

Ecco un’altra eccezionale opportunità per parlare delle nostre tante doti. Con questa domanda vogliamo evidenziare le abilità che vengono in superficie quando ci troviamo ad affrontare momenti di grande difficoltà.

Nella risposta dobbiamo cercare di menzionare le tattiche che adoperiamo per combattere lo stress e che ci permettono di mantenere sempre un atteggiamento positivo e produttivo.

Come riesci a mantenerti motivato sul lavoro?

Questa è una tra le domande più intelligenti che possono essere chieste. Oltre ad essere dei professionisti noi siamo soprattutto degli essere umani con i nostri momenti di difficoltà e scoraggiamento. Tutti, però, dobbiamo cercare di rialzarci in piedi da soli trovando delle motivazioni che ci aiutano ad andare avanti.

Queste potrebbero essere un mutuo da pagare, una famiglia da mantenere o anche uno stile di vita che si desidera condurre.

Altri utili link da consultare

Prepararsi ad affrontare un colloquio di lavoro può trasformarsi in una vera e propria esperienza, lunga e ricca di imprevisti.

Per essere sicuri di avere a disposizione tutto il materiale di cui avete bisogno per superare una job interview vi invitiamo a consultare anche le seguenti pagine: domande colloquio, domande da fare a un colloquio e domande in inglese.