Prepararsi per un colloquio è una delle fasi più dure da affrontare per un job seeker. Infatti, prima dell’intenso incontro con il recruiter, di solito, vengono investiti differenti giorni di intenso studio e ricerche sulla compagnia.
Ma, la maggior parte delle volte l’odissea non finisce qui. Infatti, se i nostri tanti sforzi sono stati premiati e superiamo con successo il primo stage di selezione, veniamo allora convocati per un secondo colloquio.
Ci si preoccupa tanto di documentarsi sul primo incontro che il secondo viene quasi sempre dimenticato. Di conseguenza, pochi candidati sono a conoscenza di cosa doversi aspettare realmente nel caso l’hiring manager ci convoca per un ulteriore meeting.
Dunque, in che cosa consiste il secondo colloquio di lavoro? Come si sviluppa? In che cosa differisce dal primo?
Cosa aspettarsi da una seconda job interview?
La risposta breve a questa domanda è: qualsiasi cosa. Sì, perché un secondo colloquio è un’occasione pratica che l’hiring manager ha per conoscere meglio il candidato.
L’incontro, dunque, potrebbe accadere in qualsiasi luogo: in un ufficio della compagnia, in un bar o potrebbe addirittura essere un business lunch. Formale o informale che sia, però, non bisogna mai perdere di vista il fatto che questo è, a tutti gli effetti, un colloquio di lavoro, e magari proprio quello che potrebbe andare a determinare la nostra assunzione.
In generale, ci si potrebbe aspettare di:
- Incontrare persone differenti. Per esempio, se la prima interview è stata condotta da un rappresentante delle risorse umane, la seconda verrà quasi sicuramente gestita da un manager. Questo significa che dovremo studiare la compagnia in maniera ancora più approfondita in modo da far colpo anche su questo nuovo team di esaminatori.
- Sostenere un colloquio di gruppo. Non c’è da stupirsi se il recruiter ci invita a partecipare a un colloquio con altri candidati per svolgere insieme delle task. Questa tipologia di valutazione farà luce sulle nostre capacità di lavorare in una squadra, e dunque verranno esaminate le nostre doti di leadership e team player.
- Rispondere a domande dettagliate. Se durante la prima fase di selezione il recruiter si deve occupare di fare una cernita dei migliori candidati tramite una serie di domande generali, il secondo colloquio sarà più mirato e avrà lo scopo di scavare più a fondo con quesiti specifici.
Differenza tra prima e seconda job interview
Sarebbe troppo semplice credere che una seconda convocazione da parte del recruiter significa avere già ottenuto il lavoro. Al contrario, l’impresa che ci attende non potrebbe essere più impegnativa.
Sia la prima che la seconda job interview richiedono uno studio approfondito della compagnia, della posizione e delle eventuali domande che potrebbero essere rivolte. Ma allora in che cosa si differenziano questi due incontri?
Primo incontro con il recruiter
Il primo colloquio conoscitivo, noto anche come “screening interview”, ha lo scopo di selezionare i candidati più idonei a ricoprire la posizione sponsorizzata tramite domande di natura generale.
Durante questo primo incontro, poi, si parlerà di come la compagnia opera, di eventuali training disponibili e verrà fornita una generale descrizione delle mansioni che si dovranno ricoprire.
Infine, si discuterà nel dettaglio la carriera passata dei candidati.
Secondo colloquio
Il secondo incontro, invece, chiamato, appunto, the hiring interview, vuole determinare quale aspirante ha le qualifiche più rilevanti per ricoprire il dato ruolo. Ciò può avvenire tramite una serie di domande più mirate e impegnative, oppure attraverso altri canali, come dei colloqui di gruppo o test attitudinali.
Durante il secondo meeting, dove di solito partecipano i principali esponenti della compagnia, vengono discussi gli aspetti principali della posizione e vengono condivise informazioni più confidenziali, come: il salario, gli orari di lavoro e i benefici che la ditta può offrire.
Per concludere, si discuteranno i piani futuri del candidato per scoprire se questi possono essere sviluppati all’interno dell’azienda.
Domande più frequenti
Solo attraverso duro studio e dedizione possiamo tentare di identificare le domande più frequenti che possono essere chieste durante un colloquio di lavoro. Questo vale sia per il primo che per il secondo incontro, anche se non c’è da meravigliarsi se il set di domande poste durante il secondo meeting possono apparire più difficili e impegnative. Il team di esaminatori vuole solo assicurarsi che noi siamo il match perfetto per la compagnia. Dunque, quali interrogativi possono esserci rivolti nella fase successiva?
Hai consigli da dare per migliorare la compagnia?
Tra tutte le domande più difficili che possono essere chieste, questa è di sicuro la più piccante. Non è un tranello, gli esaminatori desiderano realmente sapere quale è il nostro punto di vista e quello che pensiamo della compagnia. Evitando di essere troppo critici, dovremmo condividere le nostre idee per dimostrare che le nostre skills possono essere un prezioso contributo per l’azienda.
Quali sono gli attributi chiave necessari per svolgere questo ruolo?
Questa è un’eccellente opportunità da afferrare con entrambe le mani per dimostrare che noi siamo i candidati ideali per ricoprire la posizione. Qui possiamo parlare delle nostre migliori qualità e di come queste possono essere usate a vantaggio della compagnia. Come di consueto, il tutto dovrebbe essere supportato da esempi concreti.
Preferisci seguire istruzioni o lavorare in modo indipendente?
I recruiter desiderano determinare che tipo di lavoratori siamo, quindi, vogliono sapere se abbiamo uno stile da leader o da team player.
Non esiste una risposta secca a questa domanda perché la verità sta nel mezzo. Infatti, per dimostrare di essere dei professionisti a 360° dobbiamo spiegare di essere esattamente quello che le circostanze richiedono.
Cosa ti attira di questo lavoro?
Anche se sono molti gli aspetti che ci attraggono della posizione sponsorizzata, bisognerebbe focalizzarsi su un paio di punti chiave per spiegare perché siamo così attratti dal quel posto di lavoro.
Questa è inoltre un’opportunità per dimostrare che vogliamo investire in quel ruolo e nel futuro della compagnia.
Che tipo di stipendio ti aspetti?
Anche se parlare di soldi durante una job interview potrebbe metterci a disagio, è importante affrontare l’argomento con chiarezza e determinazione.
La paga che ci aspettiamo di ricevere va a riflettere la considerazione che abbiamo di noi stessi. Dunque bisogna cercare di essere realisti e di indicare un salario che rispecchia le nostre esperienze, competenze e conoscenze.
Secondo round: domande da rivolgere al recruiter
Il secondo colloquio è spesso più impegnativo del primo, e vissuto con maggiore intensità, perché ottenere la posizione di lavoro potrebbe essere ora una realtà.
A questo punto del processo di selezione gli esaminatori saranno a conoscenza dei nostri eventuali punti deboli, individuati durante il primo round di interview, e probabilmente vorranno testare i nostri limiti.
Il momento dedicato alle domande da fare al recruiter è l’occasione giusta per riprendere in mano le redini dell’interview e dimostrare, una volta per tutte, che noi siamo il tassello mancante della compagnia.
Quali domande vengono solitamente poste al selezionatore per mostrare tutto il nostro interesse nella posizione e il nostro coinvolgimento nella compagnia?
Qual è la sfida più grande che si deve affrontare in questo lavoro?
Questo è uno degli interrogativi più importanti da porgere perché dimostra che vogliamo sapere da subito quali sono i problemi da affrontare una volta ottenuta la posizione.
Il recruiter non potrà fare a meno di apprezzare il nostro modo di ragionare e sarà sicuramente incuriosito da come abbiamo intenzione di fronteggiare le difficoltà sul lavoro, dunque, meglio preparare anche qualche esempio concreto da riportare, giusto in caso.
Da chi era ricoperta questa posizione prima?
È importante raccogliere quante più informazioni possibili sul ruolo che vogliamo andare a ricoprire. È necessario sapere, per esempio, se tale posizione è stata creata da poco oppure se il professionista prima di noi ha abbandonato la compagnia o è stato licenziato.
Venire a conoscenza di tali dettagli potrebbe aiutarci a capire meglio il modus operandi dell’azienda e in che cosa consiste realmente il lavoro che deve essere svolto.
La compagnia offre possibilità di crescita?
In generale, le compagnie tendono ad assumere candidati che desiderano continuare a sviluppare la loro carriera all’interno della compagnia. Quindi, informandoci sui training e le possibilità di crescita che vengono offerte ai dipendenti, andiamo a dimostrare che siamo intenzionati ad impegnarci con l’azienda per un lungo periodo di tempo.
Potrebbe dirmi qualcosa sul team di persone con le quali dovrei lavorare?
Ponendo questa domanda andiamo a mostrare un profondo interesse non solo per la posizione, ma anche per i nostri futuri colleghi di lavoro.
Raccogliendo qualche informazione sul gruppo di professionisti con i quali dovremmo trascorrere così tanto tempo insieme potremo iniziare a farci un’idea su che tipo di ambiente si respira in ufficio.
Inoltre, il recruiter apprezzerà molto l’interesse mostrato verso gli altri collaboratori.
Nutre qualche dubbio sulla mia candidatura?
No, non ci stiamo dando la zappa sui piedi, ma stiamo semplicemente dimostrando al recruiter che siamo pronti a chiarire qualsiasi dubbio potrebbe avere sulla nostra candidatura.
Esponendoci così tanto, inoltre, mettiamo in evidenza il nostro carattere deciso e quanto siamo sicuri di noi stessi come professionisti.
Migliori consigli da seguire per avere di nuovo successo
Al giorno d’oggi ottenere una posizione di lavoro non è una cosa semplice e bisogna superare differenti fasi di selezione per sbaragliare la concorrenza e dimostrare che noi siamo i migliori candidati che l’azienda possa accogliere a bordo.
Cosa poter fare per potersi preparare al meglio per superare anche il secondo meeting con il recruiter?
- Riflettere sul primo colloquio. Potrebbe sembrare un passaggio irrilevante, ma riflettere attentamente su cosa è successo durante il primo incontro con il selezionatore potrebbe aiutarci a migliorare la nostra seconda presentazione.
- Informarsi sui nuovi intervistatori. Sapere con quali membri del management andremo a sostenere il secondo colloquio potrebbe darci il vantaggio di anticipare che tipo di domande ci verranno chieste.
- Prepararsi a rispondere a domande più approfondite. Si sa, gli interrogativi che vengono posti durante la seconda interview sono più mirati e impegnativi. Di conseguenza, bisogna prepararsi facendo ricerche più approfondite sulla compagnia e sulla posizione sponsorizzata.
- Prepararsi ad incontrare il resto del team. Con molta probabilità, verso la fine del colloquio ci verranno presentati i professionisti con i quali andremo a collaborare se otterremo la posizione. Dunque, bisogna apparire impeccabili.
- Preparare domande intelligenti da porgere all’esaminatore. Con la possibilità di fare delle domande al recruiter abbiamo un raro momento per investigare sul ruolo che vogliamo ricoprire e su alcuni aspetti della compagnia. Però, questa è anche un’occasione per lasciare una buona impressione di noi.
Cosa fare dopo aver sostenuto la seconda interview?
È una buona norma da osservare, e buona educazione, contattare il nostro esaminatore nel giro di 24 ore dopo avere sostenuto il colloquio.
Nell’era digitale in cui viviamo oggi è considerato normale, una sorta di prassi quasi, inviare una breve lettera di ringraziamento alle persone che ci hanno intervistato per una posizione.
Nella nota si potrebbe anche ribadire il nostro vivo interesse per il posto di lavoro, affermando di vivere l’attesa per i risultati con grande emozione.
Diciamo che, in generale, il tono da mantenere e la struttura da seguire sono simili a quelle utilizzate per scrivere una lettera di richiesta feedback.
Come ultimo step, si consiglia di riaffermare la nostra presenza attraverso i social media. Per esempio, si potrebbero invitare le persone che abbiamo incontrato a connettere su LinkedIn, in modo da rafforzare la nostra rete professionale.
Al di là della posizione stessa, è imperativo lasciare un’ottima impressione di noi, sia personale che professionale, perché nel mondo del lavoro sono tutti buoni conoscenti e, prima o poi, qualcuno si ricorderà di noi.
Guida per superare con successo un colloquio di lavoro
Prepararsi ad affrontare un colloquio di lavoro è un vero e proprio impegno che richiede molto tempo e tanta dedizione.
La chiave per poter avere una concreta possibilità di successo è, come sempre, lo studio della posizione sponsorizzata e le ricerche condotte sulla compagnia. A ciò va aggiunto una sfrenata passione per la propria professione che deve essere dimostrata durante il colloquio motivazionale.
Non tutte le compagnie decidono di intervistare i propri candidati tramite il classico meeting che prevede uno, massimo due esaminatori seduti di fronte l’aspirante. Esiste la possibilità di dover partecipare a un colloquio di gruppo, oppure a una job interview sostenuta da remoto, per telefono o via Skype.
Senza mai demoralizzarsi per gli eventi inaspettati che potrebbero capitare durante i lunghi processi di selezione, bisogna ricordarsi di tenere sempre duro e credere nelle proprie potenzialità.